Bullismo Adulti - Telefono Azzurro

BULLISMO

Cyberbullismo Adulti - Telefono Azzurro

CYBERBULLISMO

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Dipendenze Patologiche Adulti - Telefono Azzurro

DIPENDENZE PATOLOGICHE

Sexting Adulti - Telefono Azzurro

SEXTING

Ragazzi Internet e Media - Telefono Azzurro

RAGAZZI, INTERNET E MEDIA

Bullismo

Nel percorso della crescita dei nostri figli il bullismo è una delle paure maggiori dei genitori. Gestirlo non è semplice, sia per il figlio che per il genitore, e le conseguenze psico-fisiche su chi subisce le prepotenze possono essere profonde e, talvolta, indelebili. per questi motivi è opportuno conoscere alcuni dei segnali, che possano ricondurre ad una problematica di questo tipo o, in generale,  a un disagio. Alcune di queste manifestazioni potrebbero essere il non voler andare a scuola, il peggioramento del rendimento scolastico, la riluttanza a descrivere la propria giornata, il controllo ossessivo dei dispositivi elettronici, la tendenza all’isolamento e all’introversione, segni fisici (come lividi) che non hanno apparente spiegazione. Alcune manifestazioni fisiologiche, come i problemi legati al sonno, l’apparente carenza di energie e la modifica di alcune abitudini alimentari, possono essere segnali di qualche tipo di disagio. 

Per qualsiasi dubbio, se hai bisogno di un consiglio o di un aiuto per sostenere al meglio tuo figlio contatta Telefono Azzurro: una persona esperta di cui ti puoi fidare, che conosce bene i bisogni dei bambini è disponibile ad ascoltarti e a darti un aiuto.
Puoi contattarci telefonicamente sul numero 19696 o via chat.
Il servizio è gratuito, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, ed è accessibile da telefonia fissa e mobile. Per segnalazioni di materiale dannoso o pedopornografico ti invitiamo a utilizzare invece il nostro servizio “Clicca e Segnala” accessibile su questo link

Bullismo Adulti - Telefono Azzurro

QUANDO SI PUO’ PARLARE DI BULLISMO?

Si parla di bullismo quando un bambino/ragazzo, o un gruppo, mette in atto comportamenti offensivi e prepotenti nei confronti di un'altra persona. Il fenomeno ha caratteristiche ben precise e la prima è la durata: gli episodi devono essere ripetuti, protratti nel tempo. A questo deve far seguito l’intenzionalità del soggetto che esercita la prevaricazione a ferire fisicamente e psicologicamente. Un'altra caratteristica è l’asimmetria del potere. Negli episodi di bullismo, la prepotenza viene di solito da chi è più grande, più popolare tra gli amici o semplicemente più forte fisicamente, mentre chi subisce è solitamente percepito come più debole e incapace di difendersi. Le violenze possono avvenire di fronte ad un "pubblico" che assiste al comportamento aggressivo e che ha una grande responsabilità perchè con il proprio comportamento può interrompere la situazione, o, se silente, favorire il perdurare della dinamica. E’ importante non dimenticare che il cosiddetto bullo è spesso una persona da aiutare che può avere delle fragilità e delle difficoltà personali.
Non basta una lite o una spinta a scuola per parlare di bullismo. È, infatti, di fondamentale importanza porre attenzione a non confondere il bullismo con altre forme di interazione fra i pari (ed. discussioni, divergenze di opinioni, scherzi, risse, liti).

Le caratteristiche che distinguono una situazione di bullismo da altre forme di prevaricazione sono:

  • Intenzionalità. Si tratta di azioni che sono volte ad offendere, creare disagio, intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, escludere l'altro/gli altri.
  • Persistenza nel tempo. Sono azioni ripetute, anche molto frequentemente. Tuttavia, anche l'episodio singolo costituisce un comportamento da attenzionare e non sottovalutare.
  • Asimmetria nella relazione. È solitamente presente uno sbilanciamento di potere tra chi mette in atto la violenza e chi la subisce. Tale sbilanciamento può essere basato sia su caratteristiche fisiche che su fattori psicologici e/o culturali. 

COSA PUO’ FARE UN GENITORE?

Il genitore, e in generale gli adulti, ricoprono un ruolo molto importante, sia in termini di valutazione degli eventuali segnali di disagio, sia nell'aiuto alla gestione del problema. Tuttavia, non sempre è facile capire se i ragazzi siano coinvolti in dinamiche di bullismo. Cosa si può fare per capire se il proprio figlio è vittima del bullismo? Innanzitutto cercare di mantenere aperto al massimo il dialogo in famiglia. Gli adulti hanno la possibilità di fare attenzione a quei piccoli cambiamenti, di umore, di abitudini che i bambini e i ragazzi possono mostrare nel quotidiano. Attenzione però, è bene non giungere a conclusioni affrettate. Quando si notano segnali come quelli elencati, va tenuto presente che alcuni comportamenti potrebbero essere ricondotti anche ad altri motivi. Come approcciare al meglio la conversazione Per i bambini o ragazzi, aprirsi raccontando una situazione di bullismo non è affatto semplice. Incalzarli con domande dirette potrebbe non rivelarsi la strategia più efficace. Ecco alcuni esempi di come iniziare un dialogo:
  • Invita tuo figlio a parlarti dei suoi amici e di cosa gli piace di loro
  • Chiedigli come va in mensa o negli intervalli: con chi trascorre il tempo?
  • Leggete assieme un libro/articolo o guardate un video, sul tema del bullismo e chiedetegli cosa ne pensa e come si sente.
Se tuo figlio ti confida di essere vittima di bullismo, la prima cosa da fare è mantenere la calma, tenendo presente che al momento ha bisogno del tuo supporto per superare la situazione.
  • Cerca di rassicurarlo e ringrazialo di essersi confidato, assicurandogli che le cose miglioreranno, insieme!
  • Prova a raccogliere quante più informazioni possibili, rispettando i tempi dei ragazzi.
  • Spiegare che è meglio non reagire fino a che la situazione persiste: questo peggiorerebbe solo la sua condizione.
  • Provate a definire insieme quale percorso intraprendere, in modo da renderlo partecipe nelle decisioni che prenderete.
Se gli episodi di bullismo sono avvenuti nell'ambito scolastico, informa immediatamente la scuola di quanto emerso. Contatta un professionista, anche solo se hai dei dubbi rispetto a un segnale di disagio di tuo figlio, o se desideri sapere come agire dopo aver appreso di una situazione di bullismo. Il servizio 1.96.96 di Telefono Azzurro opera quotidianamente, tramite operatori specializzati nella prevenzione e nel contrasto delle situazioni di bullismo, offrendo anche agli adulti consulenza ed orientamento nella gestione di questi tipi di difficoltà.

E SE IL "BULLO" E’ MIO FIGLIO?

Sebbene sia normale che ti senta deluso e amareggiato nell'apprendere che tuo figlio sia direttamente coinvolto in una situazione di bullismo, prova a mantenere la calma, e prenditi del tempo per riflettere su come affrontare la situazione e intervenire in modo efficace e concreto. Come genitori, non è mai semplice accettare che il proprio figlio si sia comportato in modo violento nei confronti di un coetaneo. È probabile che dietro questo comportamento si nasconda un disagio e talvolta una sofferenza.
Tieni presente che gli atti di bullismo scaturiscono da un insieme di fattori molto diversi tra loro.

  • Spiega con tranquillità a tuo figlio che quello che sta facendo è scorretto e può far stare male gli altri.
  • Cerca, allo stesso tempo, di trasmettergli il messaggio che è il suo comportamento, non lui in sé, che va cambiato e corretto.
  • Discuti, in un clima di apertura, dei segnali e delle conseguenze del bullismo e chiedigli come si sentirebbe se si trovasse a subire lo stesso trattamento da parte degli altri.
  • In generale, assicurati che tuo figlio disponga di tempo e di spazi adeguati per ragionare con te sul proprio comportamento.
  • Spiega a tuo figlio come pensi di agire. È meglio concordare i passaggi successivi con un professionista.

CONSIGLI PER GLI INSEGNANTI

  • Il primo passo è riconoscere il fenomeno: osserva, rifletti, contestualizza cercando di comprendere se si tratta di bullismo o meno. Fai attenzione ai segnali che potresti notare in classe e cerca di approfondirli, confrontandoti anche con gli altri colleghi.
  • Cerca di non minimizzare il problema, intervenendo con sicurezza di fronte a episodi di prepotenza, attenzionando i bisogni delle vittime e, in generale, del gruppo classe. Fai attenzione ai vissuti di tutti gli attori, anche di chi ricopre il ruolo di "spettatore".
  • Cerca di creare un clima di ascolto reciproco e di fiducia, al fine di far comprendere ai ragazzi l'importanza di chiedere aiuto per se stessi e per gli altri; spiega che questo non è un atto di debolezza né un comportamento da "spia", ma un modo coraggioso per fermare le violenze.
  • Aiuta la scuola a prendere consapevolezza del problema, nel caso anche con l'aiuto di un esperto, promuovendo e aderendo a iniziative di sensibilizzazione e/o formazione.
  • Contribuisci a promuovere una cultura di gruppo basata su solidarietà, collaborazione, empatia, rispetto delle diversità.
  • Valorizza il dialogo scuola-famiglia, creando a mano a mano un'alleanza educativa e un clima di collaborazione con i genitori e con la famiglia degli studenti. Questo atteggiamento permetterà di muoversi nella direzione di affrontare insieme il problema e promuovere un cambiamento e delle strategie utili che vadano al di là del solo ambiente scolastico.
  • Anche qualora non fossero presenti segnali di disagio o che possano far pensare alla problematica del bullismo, promuovi quotidianamente comportamenti positivi e valorizzali come modelli di riferimento.
Cyberbullismo
Cyberbullismo Adulti - Telefono Azzurro

Il termine Cyberbullismo appare per la prima volta, in Canada nel 2000, in un sito web dedicato alla prevenzione del tradizionale bullismo (face to face), quindi sebbene i comportamenti che ne derivano sembrerebbero gli stessi, viene adottato un termine specifico. Negli ultimi anni, l’attenzione della società nei confronti di questo fenomeno è cresciuta in modo esponenziale. Ciò soprattutto a causa dei rischi che questo fenomeno può costituire per bambini e adolescenti. A quello che molti studenti oggi chiamano “cyberbullismo” sono state date parecchie designazioni, che includono il “cyberstalking”, “aggressioni online”, “cyber molestie”, “Internet harassment”, “Internet bullying” e “cyber vittimizzazione”.

Ma possiamo definire il cyberbullismo come qualsiasi comportamento compiuto attraverso media elettronici o digitali da un individuo o gruppi di individui che ripetutamente inviano contenuti ostili o aggressivi con l’intenzione di infliggere danni o sconforto negli altri. E’ importante ricordare come la Rete possa essere pervasiva, per cui potrebbe accadere che un singolo attacco online possa avere un effetto fuori misura. Le conseguenze, per le vittime di queste situazioni, possono essere anche molto serie.

Se hai bisogno di un consiglio o un aiuto puoi contattarci telefonicamente sul numero 19696 o via chat.
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CYBERBULLISMO, COSA FARE SE SEI UN GENITORE

La regola ideale è sempre quella di prevenire queste situazioni, creando un contesto protettivo  dove questo fenomeno difficilmente può svilupparsi senza che tu lo sappia: questo vuol dire fare crescere i figli in contesti educativi e familiari capaci di dare ascolto ai loro bisogni, nelle differenti fasi evolutive. L’ascolto e l’educazione emotiva costituiscono, dunque, i capisaldi della prevenzione.

Ma poi?

  • È importante costruire con tuo figlio le premesse per un dialogo sincero, mostrandogli sempre disponibilità ad ascoltarlo e ad accogliere tutto ciò che desidera condividere: lo aiuterà a sentirsi  sempre libero di parlarti delle sue preoccupazioni.
  • Prestare attenzione anche ai piccoli cambiamenti nel suo comportamento, tanto più se improvvisi: se qualcosa lo turba potrebbe notarsi.
  • Accompagnali nella scoperta del digitale evitando che passino molto tempo online senza supervisione.
  • Mantenere una relazione costante e basata sulla fiducia anche con i docenti

QUALI CARATTERISTICHE HA?

Le caratteristiche del cyberbullismo sono perfettamente riconoscibili e rendono immediatamente l’idea di quanto il fenomeno possa essere pericoloso.

  • Pervasività ed accessibilità: il cyberbullo può raggiungere la sua vittima in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. Se nel bullismo le possibilità di incontro si limitano essenzialmente alla aule, ai corridoi scolastici ed in genere ai contesti aggregativi, in questo caso la possibilità di avere smartphone sempre connessi permette al cyberbullo di attaccare quando preferisce.
  • Persistenza del fenomeno: il materiale diffamatorio pubblicato su internet può rimanere disponibile online anche per molto tempo.
  • Spettatori infiniti: le persone che possono assistere ad episodi di cyberbullismo sono potenzialmente illimitate. La diffusione in Rete è incontrollabile e non avviene con un gruppo di persone definito, come invece nei casi di bullismo.
  • Moltiplicazione di cyberbulli: il mondo dell’online permette che siano molti quelli che diventano a loro volta cyberbulli, anche solo condividendo o promuovendo l’episodio di aggressività, che finisce per replicarsi (ad esempio sulle bacheche dei profili che i ragazzi hanno sui social network) in modo esponenziale.

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RISCHI PER LA VITTIMA E IL CYBERBULLO

I danni del cyberbullismo alla sfera emotiva possono essere alla lunga anche molto seri. Gli effetti negativi possono ricadere sul benessere sociale, su quello emotivo e su quello scolastico delle vittime: il malessere viene spesso espresso attraverso ansia, bassa concentrazione e un rendimento scolastico che peggiora e (anche se raramente)  può sfociare in comportamenti più gravi come depressione e tentativi di suicidio.

Ma ci sono  conseguenze che coinvolgono anche i cyberbulli. Questi ultimi infatti possono essere maggiormente a rischio di sviluppo di comportamenti antisociali e di problemi relazionali, delinquenza, abuso di sostanze e suicidio.

SEPARAZIONE

La separazione tra genitori è sempre un passaggio da affrontare con cura, nel quale bisogna tenere presente la necessità di aiutare i propri figli a comprendere la situazione in modo chiaro, adeguando linguaggi, tempi e contenuti alla loro età e al loro carattere. “Che cosa ne sarà di me, dei miei fratelli, della mia casa, delle festività e delle vacanze trascorse insieme?” È possibile che diversi pensieri angosciosi e paure attraversino la mente dei bambini e dei ragazzi, al pensiero che i propri genitori non stanno più assieme e all’idea che la maggior parte delle abitudini verranno rivoluzionate.

Questo può comprendere il condividere con i bambini e i ragazzi quali saranno le nuove abitudini, gli orari, così come le nuove sistemazioni abitative. In questi cambiamenti, talvolta significativi, è importante garantire loro un forte senso di stabilità e costanza, confermando il proprio ruolo genitoriale e di porto sicuro. E’ fondamentale rassicurare i propri figli, aiutandoli a capire di non avere colpa della situazione e che i genitori resteranno al loro fianco, qualsiasi cosa succeda. Il dialogo assume, particolarmente in queste fasi, un ruolo fondamentale. Infatti la mancanza di spiegazioni chiare e precise alle domande, può essere un fattore di stress per i bambini e gli adolescenti. 

Separazione Adulti - Telefono Azzurro

I POSSIBILI RISCHI PER IL BAMBINO

Durante la separazione dei genitori i bambini e i ragazzi possono trovarsi ad attraversare un significativo cambiamento di vita e di abitudini. Alcune delle certezze della loro vita e della loro quotidianità sembrano cedere.

In questa fase di ricostruzione e di cambiamenti, talvolta molto stressanti, si possono verificare le seguenti situazioni:

  • È possibile riscontrare dei cambiamenti nel comportamento dei figli. Per esempio irritabilità, aggressività, anche alternate a momenti di grande tristezza, sconforto e pianto.
  • Possono emergere delle difficoltà nel sonno e nell’alimentazione e una ricerca intensificata di contatto, di rassicurazioni e vicinanza fisica.
  • A livello interiore il bambino può sperimentare l'ansia di essere abbandonato o il timore di perdere entrambi i genitori.
  • Può inoltre sorgere nel bambino un senso di colpa per la separazione dei genitori, specie se la separazione non è accompagnata da spazi di riflessione insieme ai genitori, per capire cosa sta succedendo. Il senso di colpa potrebbe poi sfociare in un senso di frustrazione, per non essere riuscito a tenere unita la coppia genitoriale.
  • I cambiamenti che avvengono nella struttura familiare in seguito alla separazione dei coniugi possono scatenare nei figli, pure negli adolescenti, un senso di confusione e perdita di sicurezza. E’ importante, in questo senso, aiutare il bambino a mantenere il più possibile le sue abitudini e le routine familiari, spiegandogli che i suoi genitori continuano a esercitare i loro ruoli, mantenendo un rapporto fatto di amore, attenzione e cura con lui/lei, anche dopo la separazione.

COSA POSSO FARE PER AIUTARE MIO FIGLIO?

Nei casi di separazione o divorzio bambini e adolescenti necessitano di maggiori attenzioni. Qui di seguito alcuni suggerimenti per aiutare un genitore ad affrontare questo momento delicato:

  • Tieni presente il benessere dei bambini prima di tutto. Nei casi di rapporti conflittuali, evita di usare i figli come "arma" contro il coniuge e che assistano a litigi o che assumano il ruolo di "mediatori".
  • È importante essere sincero/a con i figli: anche se l’istinto potrebbe essere quello di nascondere loro la verità per proteggerli, è importante spiegare loro la situazione in modo chiaro e semplice.
  • È quindi fondamentale spiegare a tuo figlio che i genitori non vogliono più vivere insieme, ma che lui con questa decisione non c'entra nulla e che non ne ha alcuna colpa.
  • Ascolta le loro domande e accogli le loro eventuali paure; cerca di creare momenti di dialogo in cui possano sentirsi liberi di condividere con te il loro stato d'animo e le loro emozioni.
  • Cerca di garantire il più possibile una continuità con la quotidianità e le abitudini di tuo figlio.
  • Cerca, allo stesso modo, di mantenere la rete di relazioni familiari e amicali che hanno circondato e supportato tuo figlio fino al momento della separazione.
  • Spesso i bambini hanno paura di perdere uno dei due genitori; è importante rassicurarli, permettendo loro di parlare con un genitore dell’altro, ogni volta che lo desiderano.
  • Nonostante tu stia attraversando un forte periodo di stress, fai attenzione ai piccoli segnali che manda tuo figlio e registra i cambiamenti che possono farti pensare a un bisogno di ricevere supporto.
  • Non trasformare i bambini in "piccoli adulti": evita di caricarli di eccessive responsabilità.
  • Per aiutare i figli, ma anche se stessi, in situazioni di difficoltà legate alla gestione della separazione, può essere utile affidarsi ad un esperto.

In qualsiasi momento, è possibile rivolgersi a Telefono Azzurro: una persona competente che conosce bene questi problemi è sempre disponibile ad ascoltarti e a darti un aiuto. Puoi contattarci telefonicamente sul numero 19696 o via chat. Il servizio è gratuito, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, ed è accessibile da telefonia fissa e mobile. Per segnalazioni di materiale dannoso o pedopornografico ti invitiamo a utilizzare invece il nostro servizio "Clicca e Segnala" accessibile su questo link. Per il genitore in difficoltà è possibile trovare uno spazio d’ascolto, ricevere una consulenza psicopedagogica oppure indicazioni e orientamento rispetto ai servizi del territorio competenti per una migliore gestione della situazione, mantenendo costantemente il focus sull’interesse del minore.

DIPENDENZE PATOLOGICHE
Dipendenze Patologiche Adulti - Telefono Azzurro

L’organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive la dipendenza patologica come una “condizione psichica, talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo e una sostanza, caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni che comprendono un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”.

In altre parole, possiamo identificarla come un’alterazione del comportamento che, da semplice o comune abitudine, diventa una ricerca esagerata e senza controllo -patologica appunto- del piacere attraverso mezzi o sostanze o comportamenti. Si può parlare di dipendenza quando vi è mancanza di controllo sulla durata e sull’uso di una sostanza o di un comportamento; la dipendenza può essere fisica o psicologica.

Nel primo caso l’organismo diventa dipendente dalla sostanza, la persona aumenta la soglia di tolleranza alla sostanza tanto da aumentare la dose per avere gli stessi effetti.

Quando si è fisicamente dipendenti, smettere di far uso di droga può portare a sintomi di astinenza, sempre diversi a seconda della sostanza, più in generale riconducibili a stanchezza, mal di testa, diarrea, dolori articolari, sudorazione. La dipendenza psicologica si può presentare da sola o associata a quella fisica.

Coloro che sono psicologicamente dipendenti, sono sopraffatti dal desiderio di fare uso della sostanza. In aggiunta alle dipendenze da sostanza, assistiamo oggigiorno al dilagare delle ‘nuove dipendenze’, o ‘dipendenze senza sostanza’, dove l’oggetto della dipendenza è un comportamento o un’attività, talvolta lecita e socialmente accettata.

Si riferiscono a una vasta gamma di comportamenti anomali: tra esse possiamo annoverare il gioco d’azzardo patologico, lo shopping compulsivo, la cosiddetta ‘new technologies addiction’ (dipendenza da TV, internet, social network, videogiochi), le dipendenze dal lavoro (workaholism), le dipendenze dal sesso (sex-addiction) e dalle relazioni affettive, e alcune devianze del comportamento alimentare come l’ortoressia o dell’allenamento sportivo come la sindrome da overtraining.

CONSIGLI PER ADULTI

Un primo approccio al problema è sicuramente rappresentato dalla prevenzione. Genitori ed insegnanti, in particolare, dovrebbero cercare di valutare in anticipo le fasi a rischio per intervenire precocemente. Aiutando i giovani ad abbandonare la falsa, ma diffusa convinzione, secondo cui è possibile abusare di alcol e droghe mantenendo il controllo sulla sostanza è fondamentale. Ma come si comunicano queste cose ai ragazzi?

Genitori e insegnanti possono:

  • Cercare innanzitutto di saperne di più, acquisendo maggiori conoscenze su cosa sono le sostanze, come agiscono, cosa provocano, quali sono le conseguenze dell’uso o dell’abuso reiterato.
  • Aiutare il ragazzo a comprendere i rischi connessi all’uso e all’abuso di sostanze.
  • Cercare di condividere le opinioni con qualcuno e di partecipare a iniziative  su questi temi, favorendo la diffusione di conoscenze e di nuove abitudini che coinvolgano anche i ragazzi.
  • Prestare attenzione ad ogni cambiamento nel comportamento dei ragazzi, per  cogliere eventuali segnali di rischio o problematiche che potrebbero evolvere nell’abuso di sostanze.
  • Favorire la comunicazione ed essere  disponibili all’ascolto e al dialogo su questi comportamenti.
  • Incoraggiare comportamenti alternativi e propositivi, sostenere la formulazione di progetti futuri costruttivi e “sani”, cercando di rendere i ragazzi parte attiva di cambiamento.
  • Non esitare a contattare un professionista di fiducia o un esperto in problemi di abuso di sostanze, qualora ci sia la preoccupazione che il proprio figlio o un alunno abbia un problema legato all’abuso di sostanze.

Contatta Telefono Azzurro: una persona competente che conosce bene queste dinamiche è sempre disponibile ad ascoltarti e a darti un aiuto. Puoi contattarci telefonicamente sul numero 19696 o via chat. Il servizio è gratuito, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, ed è accessibile da telefonia fissa e mobile. Per segnalazioni di materiale dannoso o pedopornografico ti invitiamo a utilizzare invece il nostro servizio "Clicca e Segnala" accessibile su questo link.

SEXTING

La pratica di inviare messaggi (per esempio tramite sms, chat, inbox dei social network, email)  con foto e/o video a sfondo sessuale, più o meno esplicito, si chiama sexting ed è un fenomeno di grande attenzione e spesso fonte di preoccupazione per i genitori. Da un punto di vista legale, lo scambio di foto tra minori di anni 18 potrebbe avere conseguenze importanti. Un’altra questione importante, connessa al fenomeno del sexting, riguarda la possibilità che tali contenuti, condivisi inizialmente in coppia, siano poi inoltrati, senza il consenso del diretto interessato, a terzi, rischiando che il materiale si diffonda in maniera incontrollata. Tali contenuti, una volta in Rete, possono intaccare negativamente la reputazione dei ragazzi, sia nel mondo online, che nell’offline, anche a distanza di anni.  Quando parliamo di sexting, ci accostiamo al mondo della sessualità e potenzialmente della sperimentazione delle prime relazioni affettive che, in particolare nel corso di un periodo delicato quale quello dell’adolescenza, sono connotate da incertezza e dalla sperimentazione di nuove forme di interazione. Il Web, in questi casi, può avere un ruolo nel veicolare quella che è l’espressione della sessualità e dell’orientamento sessuale, condizionando la percezione dell’immagine del sé e degli altri.
Non è facile parlare di questo argomento con i propri figli, soprattutto poiché questi scambi di messaggi sono tenuti lontani dal controllo dei genitori. Come genitore, puoi provare ad aprire un dialogo, anche introducendo il delicato tema dell’affettività e della sessualità.

In caso di dubbi, curiosità, o se hai necessità di supporto su queste tematiche contatta Telefono Azzurro: puoi contattarci telefonicamente sul numero 19696 o via chat. Il servizio è gratuito, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, ed è accessibile da telefonia fissa e mobile. Per segnalazioni di materiale dannoso o pedopornografico ti invitiamo a utilizzare invece il nostro servizio “Clicca e Segnala” accessibile su questo link

Sexting Adulti - Telefono Azzurro

SEXTING, ALCUNI CONSIGLI

 Ecco alcuni consigli pratici per genitori ed adulti:

  • Il sexting è un fenomeno frequente fra i ragazzi, ma spesso sottostimato, sottovalutato e non sempre trattato adeguatamente. Informarsi e parlarne è molto importante.
  • Aiuta tuo figlio a riflettere prima di scrivere/postare/inoltrare: il Web non dimentica e spesso la diffusione è immediata e virale.
  • Sii disponibile a parlare di tematiche relative all’area della sessualità, spiegando a tuo figlio l’importanza di costruire relazioni interpersonali basate sulla fiducia e sul consenso.
  • Chiedigli cosa ritiene accettabile inviare e cosa no. Cerca di fargli capire che è preferibile non inviare ad altri qualcosa che a lei/lui non farebbe piacere ricevere.
  • Se hai scoperto immagini, testi o video sessualmente espliciti sullo smartphone di tuo figlio, o se te l’ha confidato lui direttamente, parlatene. Cerca di fargli capire quali rischi e quali effetti può avere questo comportamento e decidete insieme quali decisioni prendere. In questi casi, è consigliabile rivolgersi ad un esperto.

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RAGAZZI, INTERNET E MEDIA
Ragazzi Internet e Media - Telefono Azzurro

In quanto “nativi digitali”, i nostri figli, adolescenti o bambini, vivono costantemente nel Web.  Internet, di conseguenza, contribuisce attivamente a modellare lo sviluppo cognitivo, relazionale, affettivo, dell’identità e del sè dei nostri ragazzi.  Da una parte, c’è la consapevolezza che il mondo digitale costituisca un’opportunità unica per le nuove generazioni: permette la costruzione di relazioni, supporta la condivisione di esperienze e la partecipazione attiva dei giovani, potenzia le metodologie di insegnamento e di apprendimento. Dall’altra, c’è l’esigenza di proteggere i bambini e gli adolescenti dai rischi e dagli eventuali pericoli che possono avere luogo nell’online, pur garantendo il loro diritto di espressione. In quanto adulti, come possiamo proteggere i ragazzi dall’esposizione a contenuti potenzialmente lesivi e inappropriati presenti non solo nel Web, ma in generale nei media?

In questo senso si inquadra la Carta di Treviso, firmata il 5 ottobre del 1990, per iniziativa della Federazione Nazionale della stampa, dell’Ordine dei Giornalisti e di “Telefono Azzurro” che hanno formato un gruppo di lavoro interdisciplinare con giornalisti, magistrati, docenti ed esperti di pedagogia. La Carta (poi aggiornata, alla luce dei nuovi mezzi di comunicazione con il: “Vademecum 95” e l’“aggiornamento della Carta del 2006”) ha rappresentato lo sforzo di trasformare il diritto di cronaca nel dovere di informare osservando il pieno rispetto del minorenne ed evitando una possibile “violenza mediatica” che spesso si andava ad aggiungere a quella della realtà raccontata.

Di qui, la decisione di aggiornare la Carta di Treviso, ampliando la sua portata anche al giornalismo on-line, multimediale e alle altre forme di comunicazione giornalistica che utilizzino strumenti tecnologici.

La Carta di Treviso assume, infatti, significato anche nell’era dell’informazione 4.0, per contribuire a proteggere tutti i bambini e gli adolescenti, dal rischio della fruizione di contenuti dannosi, da una esposizione inappropriata della loro immagine, al fine di tutelare la loro privacy e di mantenere un sano equilibrio nell’utilizzo delle tecnologie digitali. Poi c’è anche il rischio che si generi una dipendenza.

Sono diversi i comportamenti del ragazzo che possono essere monitorati: controllare se, ad esempio, ha bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in Rete per essere soddisfatto, se dimostra un calo di interesse per le attività svolte offline (studiare, giocare, uscire con gli amici), se sviluppa forme di ansia, depressione o di agitazione quando non riesce ad essere connesso/a o se non riesce a staccarsi dalla rete anche quando se lo era prefissato. Se hai bisogno di un chiarimento, un consiglio o di un aiuto puoi contattarci telefonicamente sul numero 19696 o via chat. Il servizio è gratuito, attivo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, ed è accessibile da telefonia fissa e mobile. Per segnalazioni di materiale dannoso o pedopornografico ti invitiamo a utilizzare invece il nostro servizio “Clicca e Segnala” accessibile su questo link

L’ESPOSIZIONE A CONTENUTI INAPPROPRIATI

Un problema particolarmente attuale è la presenza di contenuti inadeguati per bambini e adolescenti nei media. Per questo è indispensabile che, soprattutto in fascia protetta, telegiornali e programmi di entertainment gestiscano con misura la scelta di immagini e parole. In particolare, la reiterazione, l’insistenza, l’utilizzo di espressioni ed immagini forti devono essere controllate per tutelare bambini e adolescenti di fronte allo schermo televisivo. Ma cosa può fare un genitore per impedire che immagini violente o sessualmente esplicite giungano invece al bambino da internet?

  • Tramite gli strumenti tecnologici a disposizione sugli smartphone, sui tablet, sui computer e sui motori di ricerca, è possibile limitare le possibilità di esposizione a contenuti inappropriati impostando filtri e controlli parentali sui dispositivi, ad esempio filtri sulla rete Internet domestica, Youtube Safety Mode e Google Safe Search.
  • Inizia un dialogo con tuo figlio condividendo con lui quali possono essere le tipologie di contenuti adeguate alla sua età  e spiega che ci sono alcune cose online che non sono adatte ai bambini e/o ai ragazzi; ricordagli che se si imbatte in qualcosa che lo turba e/o che lo infastidisce è bene fare riferimento a un adulto di riferimento (per esempio un genitore, un parente, un insegnante) che ha gli strumenti per aiutarlo.

COME PROTEGGERE I RAGAZZI

Il decalogo per proteggere bambini e ragazzi dai rischi dell’online:
Accogliere il digitale ed integrarlo nelle altre sfere della vita familiare: proibire l’utilizzo di Internet non è la soluzione migliore e sicuramente non la più efficace.

  • Coinvolgete tutta la famiglia in conversazioni costruttive sull’utilizzo del Web. Ogni occasione è buona per condividere attività e discutere insieme gli eventuali dubbi ed insicurezze.
  • Il Web consiste, prima di tutto, in una grande opportunità e può essere uno spazio di confronto costruttivo e un mezzo per veicolare messaggi positivi. Partecipate alle attività che svolgono nell’online, appassionatevi al loro mondo, impegnatevi a conoscere non solo i contatti e i social a cui sono iscritti, ma anche cosa fanno, quali sono i loro interessi.
  • Aiutateli a riflettere prima di scrivere/postare/inoltrare e a condividere usando il buon senso: il Web non dimentica e spesso la diffusione è immediata e virale.
  • La costruzione dell’identità dei bambini e adolescenti passa sempre più dall’online: può essere utile educare i figli fin da piccoli a dedicare ad Internet un tempo compatibile con altre necessità di esplorazione, apprendimento e socializzazione.
  • I ragazzi costruiscono attivamente le loro relazioni amicali ed affettive nell’online. Siate disponibili a parlare di tematiche relative all’area della sessualità, spiegando l’importanza di costruire rapporti interpersonali basati sulla fiducia e sul consenso.
  • Supportateli nel comprendere che la reputazione online è una questione molto importante e che se mettono in atto comportamenti poco corretti potrebbero risentirne negativamente in futuro.
  • Utilizzate insieme e al meglio le impostazioni di privacy e gli strumenti di sicurezza per proteggere i dati e le informazioni personali.
  • Insegnate l’importanza del saper dire di no e del diritto a ritenere il proprio corpo una proprietà privata, anche nell’online.
  • Educate al rispetto delle altre persone, sia nei comportamenti offline che online e promuovete relazioni positive, in famiglia e fuori: i bambini e gli adolescenti prendono esempio, prima di tutto, dai modelli che apprendono dai genitori e dagli adulti di riferimento.
  • Dialogate: mostrate la vostra disponibilità ad ascoltare; create le condizioni affinché, qualora sorgano problemi, si sentano liberi di condividere le sue preoccupazioni, con la certezza di trovare interlocutori attenti e non giudicanti.
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